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Kamchatka, proposto in Cima Norma, è un viaggio nell’immaginario fantastico. È un unico, grande lavoro che alterna sogno a realtà, facendo muovere lo spettatore all’interno di un mondo tanto più visionario quanto più reale. Kamchatka è infatti una penisola situata all’estremo oriente della Siberia a forte attività vulcanica; luogo dove cresce una vegetazione straordinaria, abitata da animali improbabili. Questo mondo lontano e misterioso, come inquietante ed enigmatico era nel Medioevo per gli europei il paese dei Tartari, viene catapultato nella terra di Blenio fino a coinvolgere, completare, integrare, natura e opera artigianale locale.

Testo critico di Noah Stolz

L’artista ringrazia Franco Marinotti, Giovanni Casella Piazza, Stefano Dell’Orto, Edgardo Mannhart, Al Fadhil,Francesco e Paola Toschini, Noah Stolz, Viafarini, l’Associazione artigiani bleniesi, Pezzatti Ampelio, Conceprio Bruna e Conceprio SA, Carminati Manuela, Saglini Patrizia, Guzzi Carla, Magda Lafferma, Manuel Pascolo Elettrofly, gli sponsor della Fondazione La Fabbrica del Cioccolato, gli abitanti della Val di Blenio e i residenti di Cima Norma che hanno collaborato, condiviso e sostenuto il progetto.

Anna Galtarossa, Kamchatka’16, 2016, materiali vari, dimensioni ambientali,
Fondazione La Fabbrica del Cioccolato. Courtesy dell’artista. Credits: Carola Merello.

Anna Galtarossa, Kamchatka’16, 2016, materiali vari, dimensioni ambientali,
Fondazione La Fabbrica del Cioccolato. Courtesy dell’artista. Credits: Saverio Lombardi Vallauri.

kamAnna Galtarossa, Kamchatka’16, 2016, materiali vari, dimensioni ambientali,
Fondazione La Fabbrica del Cioccolato. Courtesy dell’artista. Credits: Saverio Lombardi Vallauri

 Anna Galtarossa è nata a Bussolengo (Verona) nel 1975. Vive e lavora tra San Pietro in Cariano (VR) e New York, dove nel 2004 ha avuto la sua prima personale alla Spencer Brownstone Gallery. Le opere e i progetti di Anna Galtatrossa sono frutto di storie fantasmagoriche e di miti appartenenti ad una fervida immaginazione, in cui i sogni e i desideri diventano realtà.

Le sue opere sono state esposte in numerose mostre collettive e personali tra cui, nel 2005 Kamchatka a cura di Anna Daneri, Viafarini, Mialno, nel 2008 alla T2 Torino Triennale, Castello di Rivoli, nel 2009 a Insiders al Musée d’Art Contemporain de Bordeaux, seguita da Emerging Talents, Nuova Arte Italiana selezionata dal curatore Andrea Lissoni per il Centro di Cultura Contemporanea La Strozzina di Firenze e nel 2010 da Linguaggi e Sperimentazioni al MART di Rovereto e The Library of Babel, mostra collettiva a cura di Anna-Catarina Gebbers alla Zabludowicz Collection di Londra. Nel 2010 vince la prima edizione del Premio Moroso e inaugura la mostra personale Divinità Domestiche a cura di Maria Rosa Sossai a Studio La Città (Verona). Le sue sculture sono state presentate a seguire nel 2011 a Palazzo Forti Verona, ai Magazzini del Sale (Venezia) in occasione della mostra L’Art de l’Apparence, l’apparence de l’Art e recentemente al Museo Lapidarium a Novigrad nel 2013.

Dal 2007 ha iniziato una collaborazione con l’artista argentino Daniel González per la realizzazione di progetti pubblici su larga scala, come Chili Moon Town Tour, città dei sogni galleggiante e itinerante che ha debuttato come progetto speciale per México Arte Contemporáneo; e Homeless Rocket With Chandeliers, una gru di 30 metri, utilizzata quotidianamente per due anni a Lambrate (Milano). In seguito hanno presentato la mostra No Money No Honey alla Spencer Brownstone Gallery di New York e hanno realizzato la performance protesta City of Dream per le strade di New York nel 2009. Studio La Città ha presentato il progetto site-specific Cloud Factory con testo di Giacinto Dipietrantonio nel 2012, mentre la Galleria Diana Lowenstein di Miami ha lasciato loro trasformare gli spazi della galleria in un disco club fantastico in occasione della mostra a quattro mani Criminal Aesthetic Fashion al Skyscraper Club nel 2013.